Ieri, solamente ieri, l’atleta di maratona Alex Schwazer, viene scagionato da infamanti accuse di doping che gli hanno precluso medaglie, onori e vita sociale, pur essendo un atleta che fa della fatica il suo credo.
Anni fa tutti lo hanno massacrato, quando sui giornali era stata data la notizia del suo doping. Devo purtroppo dire che ero tra quelli. Non sopporto chi nella vita e nello sport faccia uso di illeciti per emergere. Penso poi che un atleta di fama nazionale e/o mondiale non possa permettersi cadute di stile in quanto esempio ai suoi colleghi e soprattutto a tutte le generazioni che si affacciano allo sport.
Oggi casualmente per radio, ascolto una trasmissione che parla proprio di lui, l’atleta maledetto e del suo entourage. Intervistano tale Prof. Donati il quale è stato espulso a malo modo nel 1997 dalla Federazione Italiana Atletica perchè accusava la stessa di essere in combutta con l’Univeristà di Ferrara nella preparazione di doping per i nostri atleti. Da li una serie infinita di processi l’ha portato ad essere lui pulito e la Federazione meno…ma in pochi sanno o pubblicizzano. Chiaro, il doping non è solo assumere una sostanza per migliorare le prestazioni sportive. Dietro c’è l’industria farmaceutica che concorre con i loro prodotti, studi di analisi che fingono di non vedere, chimici che approvano una sostanza anziché un'altra proprio per favorire la multinazionale che paga di più. Sempre dall’intervista il prof Donati, afferma a chiare lettere che l’atleta Alex Schwazer è stato preso di punta insieme a lui stesso, perché altrimenti l’atleta stesso avrebbe fatto dire che i risultati si ottengono anche senza doping…la congrega su citata non poteva accettare tutto questo e allora gli hanno dato in testa. Altro personaggio sporco sporco è Lamine Diack ex presidente internazionale dell’atletica leggera finito in prigione perché accusato, dalla giustizia francese, di aver preso soldi dalla federazione russa di atletica per mascherare il doping dei propri atleti…
Insomma mi sento in dovere di scuse al nostro Alex Schwazer, proprio per aver pensato quello che dalla platea si credeva. Non credo certo lui leggerà le mie righe ma proprio glielo devo, e mi auguro di vederlo nelle piste delle Olimpiadi di Tokio a onorare uno sport che deve essere puro…ma puro purtroppo, non sempre lo è.