feliceAncor prima di conoscerlo personalmente nel 2005, me lo descrivevano come un lavativo, uno che” faceva troppi giorni di malattia”. Appena arrivò mi diede l’impressione di un tipo che schivo nel parlare, aveva molto da raccontare nonostante la sua giovane età. Cominciammo il cammino che lo avrebbe portato ad essere l’operatore macchina specializzato che tutti oggi conoscevamo, sapevamo e apprezzavamo. Dopo qualche giorno ci capitò di sciacquarsi insieme e lui togliendosi la maglietta mostrò a un tatuaggio fresco di Padre Pio: lì scatto la mia curiosità che mi porto a conoscere la sua storia recente fatta di un incidente subito dove la polizia “gli aveva già messo il lenzuolo sopra”: mi senti un cretino solo per aver ascoltato le calunnie sul suo conto, anche perché nell’istruzione era formidabile, solo pochi accenni e lui riusciva a ripetere le operazioni, anche le più complesse.

Ci siamo ritrovati negli anni in giro per vari cantieri, sempre con il rispetto, la riconoscenza e l’affetto che aveva ormai legato il nostro rapporto: lui mai alterato, mai sopra le righe, sempre con una gentilezza che sapeva di altri tempi, quasi non adatta a un ragazzo così giovane.

Oggi dopo il solito giro di telefonate, che non può né potrà mai portare del bene, vengo a conoscere la terribile notizia…si era sentito male e adesso non è più con noi, lui che a 34 anni, lavoratore indefesso, umile, volenteroso e soprattutto capace, non godrà più dei suoi due figli e della giovane moglie. Il mio massimo rispetto per questo dolore in famiglia Russo, non so ancora bene come ma spero di poter essere vicino alla tua famiglia.