I Dragoni del Galles fanno visita a Roma alla nostra Nazionale di rugby sul campo dello stadio Olimpico.
Dopo molti anni di mia assenza dagli spalti, mi ritrovo con Simone in tribuna Tevere immerso in una bolgia di gallesi che sembrano quasi dire che gli ospiti siamo noi.
Il colore e il divertimento sugli spalti è quello di sempre e soprattutto è l’ultimo baluardo che ci induce a venire allo stadio per vedere una nazionale stropicciata da qualsiasi altra nazionale europea.
Credo che comunque si stia toccando veramente il fondo:
- All’esterno dello stadio il Questore, memore delle esperienze calcistiche, vieta i parcheggi: quindi si arriva a piedi parcheggiando la macchina, chi è fortunato, non più vicino del Teatro Olimpico, e chi è di Roma capisce la distanza. Il questore dimostra comunque di conoscere nulla del rugby e della gente che vive queste manifestazioni.
- All’interno dello stadio, dopo i riti di perquisizione, ci si accomoda in uno stadio che sembra in ristrutturazione con molti reparti chiusi forse per giustificare con sapienti riprese, lo stadio affollato.
- Sugli spalti dicevo, lo spettacolo di sempre; da una parte i canti gallesi, dall’altra un’orchestra completa di un paesino vicino Viterbo, che intonava a più non posso l’inno di Mameli, ‘o soldato innammurato, Volare etc etc tra la gioia di tutti compresi gli stranieri che avevano la certezza di essere nel paese dove tutti cantano e suonano al sole!
- Per ultimo in campo… che dire? Si gioca contro una squadra di splendide riserve, ma pur sempre riserve rimangono, e noi al nostro massimo non andiamo oltre il 15 – 26. Ma il punteggio è lontano da ciò che si è espresso in campo, solo difesa, pochissimi sprazzi di gioco in attacco, molto o quasi tutto è affidato a interpretazioni personali dei giocatori di reparto. Peccato ma anche la cura ScioScio ( non riesco a pronunciare il suo cognome quasi come lui non riesce a farsi capire in italiano….ma lui lo pagano!) non crea grossi effetti. In questi diciannove anni di professionismo si è passati dai mancati placcaggi, alla perdita di predominanza in mischia, alla mancanza di attacco con una difesa che sa solo essere “abbastanza” asfissiante. Nel frattempo credo si stiano copiando le brutte pagine del calcio mercato con i “procuratori” che la fanno da padrone a mio giudizio: molti giocatori spariscono o fanno brevi apparizioni a favore di nomi impronunciabili, sempre del circolo nobile delle due squadre rappresentative dell’Italia… se fossi giocatore rinuncerei a tutte le aspettative cambiando sport.