22140990 10210408816959255 2075417828865094003 nTornato da appena una manciata di giorni, dalla crociera appena conclusa sono ancori vivi le emozioni, le sensazioni, le gioie.

Per chi già ha fatto un’esperienza del genere, sa di cosa parlo, mentre chi non ha avuto ancora la fortuna di farla…che la faccia al più presto! Non so se avete presente i servizi di un hotel 4-5 stelle superiore: beh la crociera viene fatta in una città a 5 stelle ospitata da una nave.

I servizi, le comodità, essere sempre al centro di attenzioni, non essere assillati sul da farsi, fanno scorrere i giorni della crociera in completo relax, dove per relax si intende quello superiore.

Si inizia a Trieste dove si arriva il giorno prima, la mattina pioviggica, e cominciamo a conoscere la loro organizzazione. Lasciamo i bagagli opportunamente segnati al loro metal detector, e ci abbandoniamo nelle faccende d’imbarco. Ci fanno subito una foto alla quale non presto molta attenzione, in realtà sarà la mia foto identificativa per tutto il percorso. Infatti il mio viso sarà associato a una carta con codice a barre, che mi servirà per scendere a terra, risalire in nave, effettuare acquisti, entrare nella mia cabina. Per assurdo immagino una sola carta che potesse interpretare la carta d’identità, la carta di debito/credito, la tessera sanitaria, il bancomat e persino la patente: sono solo pensieri di quando stai bene e ti illudi per un attimo che quella possa essere la tua realtà. Arriviamo in cabina dove troviamo i nostri bagagli allineati in attesa di esplodere dentro gli armadi. Si va a mangiare si socializza con delle coppie francesi e belghe e poi si scende sale in piscina: si fuori piove usufruiamo della  piscina coperta oggi.

Tutto il pomeriggio,  il giorno dopo e la mattinata appresso di navigazione per approdare a Atene. Qui per scendere qualche problema organizzativo, e ci ritroviamo nel centro città da soli a dover gestire la gita. Pausa pranzo in ristorantino a gustare il KIROS molto simile al Kebab (mai mangiato in Italia!!) mi dicono, ma quella piadina che avvolge il pollo insieme a i pomodori e cipolle e patate è veramente buona!

Si riparte in serata alla volta di KATACOLON, piccolo porto caratteristico dove la vita sembra abbia un altro ritmo, e da li con il pulman arriviamo a Olimpia nel giro di di una quarantina di minuti. Giro per gli scavi che non mi si addicono molto, ma vedere lo stadio di OLIMPIA, dove tutto lo sport è iniziato mi ha emozionato molto.

L’indomani mattina sbarchiamo nell’isola di Corfù, nella capitale omonima. Da li con il pullman, arriviamo a Paleocastrizza (chiaramente sto scrivendo la pronuncia del nome) dove visitiamo un monastero e facciamo un giro in barca per vedere delle grotte nel mare che la natura ha regalato agli abitanti per il loro impegno a non inquinare le coste. Raramente ho visto un mare con questi colori, con questa trasparenza, con questa bellezza: l’isola non ha industrie, e cerca di sostenersi con le proprie risorse alimentari oltre che chiaramente al turismo che occupa circa il 75% del loro commercio. Si torna a Corfù dove una piazza grandiosa ci accoglie a consumare una altro KIROS che però avrà solo il vanto di averci deluso.

Tappa a DUBROVNIK in Croazia, dove riscopriamo la città dopo 32 anni. La città non è cambiata, ma il turismo che l’assale sì…si va in processione ciondolando da un negozietto all’altro.

Ultimo giorno e ultima tappa a Venezia: si entra dal canale della Giudecca, e si vedono tutti i particolari già conosciuti della città da un’altra prospettiva. Piazza S. Marco vista da una cinquantina di metri a circa 27mt di altezza ha un fascino tutto particolare. Si scorre il canale sino ad arrivare in porto dove attracchiamo e favoriamo un giro in barca sulla laguna, dove una guida ci spiega dei particolari di una Venezia mai vista prima. Finito il giro, finisce l’organizzazione da serie A e torniamo alla vita di sempre, dei nostri sindaci, delle nostre cose storte. Recuperiamo le valigie dalla nave (tutte allineate in base all’ora di sbarco e alla crociera fatta) prendiamo il PEOPLE MOVING (trenino sopraelevato senza conducente che percorre pochi metri che saranno costati come la Roma Frascati) e poi ci facciamo a piedi circa duecento metri per arrivare alla stazione ferroviaria. Direte duecento metri, che ci vuole? Metteteci in mezzo un ponte del sig CAVATRANA, con scalini sia a salire che a scendere, molti di vetro, e fatevelo con due valigie: all’inizio del ponte c’erano due Bangladini che si offrivano di portare i bagagli al prezzo di 5€ ma noi “figurati per duecento metri”!!

Si aspetta in un bar della stazione l’orario di partenza del nostro treno, il quale ci porta a casa puntuali dopo meno di quattro ore. Finalmente Simone con cui si cena insieme in mezzo ai racconti e ai ricordi delle ultime ore