Parlare oggi di rugby potrebbe essere semplice, in special modo per l’Italia all’indomani della “stratosferica” vittoria sulla Scozia nel torneo delle 6Nazioni. Ma andando a levare la patina di follia e di giusta esaltazione dovuta alla vittoria vediamo una realtà che è per nulla cambiata, anzi. La vittoria innanzi tutto è scaturita in seguito a una partita giocata per non far giocare l’avversario con una difesa di ogni cm di campo ma senza riuscire a proporre un gioco alla mano importante. Certo stanno meglio gli scozzesi, anche a seguito dell’intervista proposta dal Sig Cucchitta (allenatore italiano degli avanti scozzesi) il quale elogiava il sistema scozzese, le loro scelte dirigenziali e il loro mondo ovale. In parte sino alla vigilia della partita con l’Italia tutto volgeva adargli pienamente ragione: la Scozia nei primi due turni del torneo aveva messo in crisi pur perdendo la Francia e il Galles, quindi con l’Italia sarebbe stata per loro una passeggiata sulla vittima sacrificale del torneo. Così non è stato, e allora tutti ad elogiare il sistema italia, ci si scorda della nostra realtà e pensiamo addirittura di fare il colpo grosso con Francia e Galles. Ieri sera, la partita delle Zebre ha ristabilito il giusto, con la squadra di Glasgow che ricorda a noi come si gioca a rugby. Quella delle Zebre, è l’esatto specchio della situazione federativa italiana: si tengono a stipendio atleti come Orchera, i fratelli Bergamasco, Geldenais (non so come si scrive forse questa è la giusta pronuncia) si invitano “permit player” del calibro di Riccioli con al soldo  una panchina lunghissima, e si continua a prendere schiaffi in tutte le direzioni.

 Gli altri campionati in questo periodo sono assenti dalle cronache tant’è l’interesse nazionale per questo sport, che al là dell’evento all’Olimpico con tutto il carro mediatico, ha veramente poco da offrire.

La notizia del giorno: una squadra che gode di una tradizione decennale nella produzione di giocatori, cancella d’ufficio la seconda squadra dal campionato nazionale di serie C: la dirigenza invita però gli atleti a disputare gli allenamenti congiuntamente alla prima squadra solo se in regola con i pagamenti…. Che dire? Da Frascati con tutta la tradizione offerta, con tutto l’attaccamento alla maglia, con tutti i giocatori prodotti per altri campionati e altre compagini, ci si aspettava qualcosa di diverso: la cosa più avvilente è la cancellazione di ufficio di una squadra da un qualsiasi campionato. In questo caso hanno cancellato la squadra più comoda tanto da non incorrere in sanzioni federative.

Forse, anzi mi sarei aspettato, che il paese tutto fosse insorto a questa notizia, non tanto per il blasone offeso ma piuttosto per salvaguardare i ragazzi che con assoluta abnegazione si sono sempre allenati disputando un onoratissimo campionato, a dispetto di tutti e tutto. Mi sarei aspettato, certo con meraviglia, che il paese facesse una sorta di colletta ad assicurare la degna conclusione del campionato in corso, invece nulla né dal paese ne dagli organismi in seno alla società, peccato!

 Se il progetto è di far fare sport, bisogna impegnarsi nell’intento, se invece lo scopo è ben altro allora facciamolo senza inondare la platea di promesse di mega impianti, mega strutture e mega impegni che si infrangono nell’incapacità manageriale che avvolge questo ambiente.