Dopo tempo eccomi qui, purtroppo un ennesimo ricordo che svanisce. Poche ore fa la notizia che Maradona non c'è più ci ha sopresi tutti, abituati come eravamo alle sue notizie estreme che però lo riportavano regolarmente alla ribalta. Certo morire a 60 anni oggi è un sacrilegio, mettiamoci pure il fatto che siamo coetanei, solo pochi giorni, ed ecco il mio disappunto, che alimenta i ricordi di una vita che ha visto il "pibe de oro" sembra sulla ribalta delle cronache.
Ricordo il suo periodo "italiano" quando segnava gol di difficile immaginazione per i comuni mortali, quando in disappunto con il mister Sig Bigon, si rifiutò di partire con la squadra per Mosca, credo, per poi raggiungerla a bordo di un jet privato e guarda un pò la squadra vince proprio per un gol del Dieghito nazionale.
Certo quando sopraggiunge la morte, siamo portati a dimenticare e perdonare gli sbagli del defunto cercando di trovare per lui anedotti, in comune alla nostra vita, che hanno contribuito a ricordarlo come un grand'uomo. Adesso tutte le cronache sono rivolte a ricordarlo per le imprese sportive fatte, concedendogli di essere il migliore al mondo anche a dispetto di quel Pele con il quale la contesa era stata mai aggiudicata.
Nel mondo che viviamo, abbiamo tutti bisogno di credere in qualcosa o qualcuno, nel quale riversiamo tutte le nostre aspettative di vita, pensando "lui ce l'ha fatta, chissa se pure io...". Ancora più che per noi adulti il discorso ha un grosso peso per i ragazzi e per i bambini: tradire la loro fiducia è per me un sacriliegio. Quindi personaggi come Ben Jhonson e lo stesso Maradona non avrebbero mai dovuto tradire le aspettative che il mondo e ancor prima gli adolescenti avevano riposto in loro. Come non ricordare quando sul trono del mondo, si fece sorprendere con le mani nella marmellata e costretto a scappare dalla città che lo aveva adottato come un dio offuscando quasi la fama del celebre santo. Li il mondo era arrivato a un punto di non ritorno per lui, infestata come era la sua vita dalla cocaina che avrebbe avuto il sopravvento su tutto il futuro del campione. A nulla è valsa rifugiarsi sotto l'ala benevola di Fidel (anche lui alla ricerca di una benedizione mondiale), partecipare a concorsi televisi (dove la Finanza sembrava aver dimenticato che scappando dall'Italia aveva lasciato un conto aperto cospicuo con la stessa), diventare ambasciatore...agli occhi degli adolescenti di allora, gli uomi di adesso, il re era caduto e nel peggiore dei modi.
Ricordiamolo quindi per le sue imprese sportive, purtroppo quelle umane non erano il suo forte dovendo pagare il dazio per la sua arroganza, per la sua "guappaggine", per il suo atteggiamento di essere sopra a tutto (fermato in autostrada su una Ferrari era senza patente e assicurazione), per il suo modo di presentarsi come un divo pur essendo bruttarello, bassoccio e grassoccio.
Certo ha fatto del bene a un mucchio di persone, visto che a Napoli una facciata di un palazzo gode del suo viso, che appena ricevuta la notizia nei quarieri popolari della città il coro "o mamma mamma ho visto Maradona e innamorato son" saliva forte fino agli ultimi piani.
Riposa in pace campione, adesso e solo adesso potrai essere ricordato per le tue imprese favolose, i brutti ricordi si scordano davanti al tuo ingegno.